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Il Tacchino sulla Luna

Annunziata Taccone – Biologa

 Era il 20 luglio 1969 quando Neil Armstrong posò piede per la prima volta sul suolo lunare. Un’emozione unica che segnò una tappa fondamentale nella storia dell’umanità. Non tutti sanno, però, che in quell’occasione così importante anche l’Abruzzo fu protagonista. Infatti, tra i cibi che Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins portarono a bordo dell’Apollo 11, era presente il “Tacchino alla Canzanese”, una ricetta tutta abruzzese tipica di Canzano, un paesino situato a pochi km da Teramo.

Il bisogno di creare un cibo che soddisfacesse le esigenze degli astronauti e nel contempo fosse adatto a stare nello spazio, nacque all’inizio degli anni ’60 con le prime missioni spaziali con equipaggio umano. Nei centri di ricerca della NASA fu allora progettato lo Space Food, o Cibo Spaziale. I menù elaborati negli Space Food System Laboratories dovevano sottostare a regole ben precise: uno Space Food doveva essere salubre, conservabile a temperatura ambiente, ingombrare poco in quanto, a bordo, ogni centimetro è studiato al dettaglio, essere facile da preparare e consumare dall’astronauta, ma anche essere gustoso e nutriente. Tutte caratteristiche ben rappresentate dal “Tacchino alla Canzanese” che, nel 1969, la Nasa decise di così di inserire nella dispensa dell’Apollo 11, seppur in forma liofilizzata.

Il “Tacchino alla Canzanese” ha origini molto antiche che risalgono alla prima metà dell’ ‘800, quando, secondo quanto si tramanda, due agricoltori abruzzesi, dopo aver preparato il tacchino per la cena dal primo mattino, si accorsero che il brodo di cottura alla sera era aveva assunto una consistenza gelatinosa. E proprio questa gelatina, di colore ambrato, consumata insieme alla pietanza, conferiva alla carne un sapore e un profumo unici. Da allora, Canzano celebra ogni anno una festa in onore di questo piatto, proprio nella seconda metà di Luglio.

L’antica ricetta prevede l’utilizzo di un tacchino femmina di max 7 kg, cucinato in pezzi in un brodo con aglio, alloro e sale per 6-8 ore. Raffreddato, viene posto in frigorifero a riposare per 12 ore ed quindi è servito con la sua gelatina e qualche verdurina sottaceto.

Perché gli scienziati della Nasa nel 1969 scelsero proprio questa prelibatezza abruzzese per nutrire Armstrong, Aldrin e Collins? Il motivo sta tutto nelle sue proprietà nutrizionali.

Il tacchino è una carne facilmente digeribile, magra, con un alto potere saziante. E’ molto nutriente in quanto ricca di proteine ad alto valore biologico; contiene acidi grassi monoinsaturi, quelli nutrizionalmente migliori, e pochissimo colesterolo. Inoltre è ricca di vitamine del gruppo B, importanti per il buon funzionamento del sistema nervoso e del fegato, ed ha una buona quota di minerali come Magnesio, Selenio e Ferro, quest’ultimo nella sua forma maggiormente assimilabile dal nostro organismo.

La modalità con cui è cucinato il “Tacchino alla Canzanese” lo arricchiscono ulteriormente: si producono infatti collagene e glicosaminoglicani che, in sinergia con Calcio e Fosforo, risultano utili al benessere delle articolazioni e delle ossa; queste ultime particolarmente messe alla prova dall’assenza di gravità.

Insomma, un piatto leggero, gustoso e supernutriente che ha certamente supportato gli astronauti dell’Apollo 11 durante la missione spaziale. Sarà stato anche merito di questa delizia abruzzese se l’uomo ha messo piede sulla luna 50 anni fa?

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